In ambito indu­striale spesso si genera il calore di scarto. Le tem­pe­ra­ture richie­ste dal pro­cesso nello sta­bi­li­mento Jackon di Muurla sono molto elevate, ma la tec­no­lo­gia ad alta tem­pe­ra­tura delle pompe di calore indu­striali Oilon è in grado di sod­di­sfare queste esi­genze.

Il Gruppo Jackon è il prin­ci­pale pro­dut­tore di iso­lanti nei Paesi nordici. Alla fine dello scorso anno, Ther­mi­Sol, Tupler, Epsira e Poh­joi­smai­nen Solu­muovi sono state fuse in Jackon Finland Oy, parte del gruppo fami­liare nor­ve­gese Jackon. Il Gruppo produce solu­zioni ad alta effi­cienza ener­ge­tica per l’e­di­li­zia e l’in­du­stria, con un’am­pia gamma di iso­lanti, pac­chetti e com­po­nenti in EPS, XPS ed EPP.

L’ef­fi­cienza ener­ge­tica è stata stu­diata per molto tempo

Lo sta­bi­li­mento di Muurla è stato pra­ti­ca­mente rico­struito all’i­ni­zio del 2009, dopo il deva­stante incen­dio avve­nuto il 6 dicem­bre 2008, giorno del­l’in­di­pen­denza fin­lan­dese.

Tutti i diversi pro­dotti di schiuma pla­stica espansa del­l’a­zienda ( ad ecce­zione dei pan­nelli iso­lanti) sono rea­liz­zati mediante espan­sione in uno stampo. Come materie prime vengono uti­liz­zati il poli­sti­rene (EPS), il polie­ti­lene (EPE) e, sempre più spesso, il poli­pro­pi­lene (EPP). L’e­span­sione, o sin­te­riz­za­zione, avviene con vapore saturo ad una tem­pe­ra­tura di circa 120°C per il poli­sti­rene e di circa 140°C per il poli­pro­pi­lene.

La sin­te­riz­za­zione avviene in 20 grandi “forni”. Il ciclo di espan­sione dura solo 1-2 minuti, dopodiché lo stampo viene raf­fred­dato a circa 90°C. Il pro­cesso consuma molta energia. Inoltre, è neces­sa­rio il calore in quattro forni di trat­ta­mento termico in cui i pro­dotti EPE e EPP vengono col­lo­cati per sta­bi­liz­zarsi dopo la sin­te­riz­za­zione. L’EPS non neces­sita di questa post-​elaborazione.

“Dieci anni fa abbiamo ini­ziato a fare ricer­che per un uso più effi­ciente del­l’e­ner­gia”, afferma Jukka Mälkönen, respon­sa­bile della pro­du­zione presso lo sta­bi­li­mento di Muurla. “Il raf­fred­da­mento degli stampi produce acqua a 50-60°C, che gene­ral­mente viene raf­fred­data a 30-40°C in una torre di raf­fred­da­mento. Consuma 3.000 mega­wat­tora (MWh) di energia all’anno per i piccoli sta­bi­li­menti”.

“Anche in quel caso abbiamo sfrut­tato al massimo il calore sup­ple­men­tare, ma ad esempio non siamo stati in grado di pro­durre l’alta tem­pe­ra­tura (quasi 100°C ) neces­sa­ria per i forni di trat­ta­mento termico. Le pompe di calore all’e­poca non erano in grado di pro­durre quelle tem­pe­ra­ture”.

Gli automi Shape Moul­ding del Gruppo Jackon rea­liz­zano pro­dotti in schiuma pla­stica espansa in cicli di 1-2 minuti a 120-140°C.

La pia­ni­fi­ca­zione richiede molte capacità di calcolo

Qualche anno dopo Mälkönen lesse un arti­colo secondo il quale le pompe di calore avevano rag­giunto tem­pe­ra­ture supe­riori ai 100°C. Contattò i con­su­lenti del settore e ne incontrò alcuni, ma non offri­vano la tec­no­lo­gia di Oilon. Offri­vano solu­zioni com­plete, ma i prezzi delle loro pro­po­ste sem­bra­vano molto alti.

“C’erano molti calcoli nella pro­get­ta­zione del sistema, ma noi lo sape­vamo bene perché cono­sce­vamo esat­ta­mente il pro­cesso”, con­ti­nua Mälkönen. “In passato, avevamo avuto un rap­porto com­mer­ciale stretto con Oilon, dal momento che uti­liz­za­vamo i loro bru­cia­tori, ad esempio, nelle caldaie a vapore. Abbiamo ini­ziato a pro­get­tare l’in­tero sistema con loro, perché hanno una lunga espe­rienza in materia di pompe di calore ad alta tem­pe­ra­tura; inoltre, hanno anche le com­pe­tenze neces­sa­rie a effet­tuare i calcoli”.

“Abbiamo deciso di rea­liz­zare gli scam­bia­tori di calore neces­sari e di assem­blare il sistema da soli. Oilon ci ha aiutato nella pro­get­ta­zione e nel dimen­sio­na­mento dei vari det­ta­gli, oltre a for­nirci la pompa di calore adatta allo scopo”.

L’im­pianto di Muurla cono­sceva già molto bene Oilon, il cui bru­cia­tore a GPL riscal­dava la caldaia a vapore.

Vari flussi di calore ad alta tem­pe­ra­tura

L’acqua di raf­fred­da­mento degli stampi viene immessa in un ser­ba­toio di 20 m3 , con una tem­pe­ra­tura di circa 50-60°C. La pompa di calore uti­lizza questo ciclo di raf­fred­da­mento come fonte di calore, raf­fred­dando l’acqua a 40°C e ridu­cendo la necessità di uti­liz­zare torri di raf­fred­da­mento.

La pompa di calore produce acqua a circa 95°C, che viene uti­liz­zata per riscal­dare i forni di post-​trattamento e i locali. Questo sosti­tui­sce l’uso del vapore e dell’elettricità. D’altra parte, la pompa di calore viene uti­liz­zata anche per riscal­dare l’acqua di ali­men­ta­zione della caldaia.

Il vapore di sin­te­riz­za­zione viene ancora pro­dotto all’in­terno dello sta­bi­li­mento in una caldaia riscal­data a gas di petro­lio lique­fatto (GPL). L’acqua di ali­men­ta­zione della caldaia a vapore pro­viene dalla rete idrica comu­nale con una tem­pe­ra­tura di ingresso di 6-7°C e viene riscal­data a circa 60°C mediante recu­pero diretto del calore. La pompa di calore riscalda ulte­rior­mente l’acqua di ali­men­ta­zione della caldaia fino a circa 80°C.

Per l’im­pre­gna­zione della materia prima è neces­sa­ria una tem­pe­ra­tura elevata, quasi 100°C, e per riscal­dare i locali è neces­sa­ria un’e­ner­gia più che suf­fi­ciente. Nel com­plesso, l’e­ner­gia termica dispo­ni­bile è supe­riore al fab­bi­so­gno del­l’im­pianto. Una parte del calore va alla torre di raf­fred­da­mento perché, ad esempio, il comune non è inte­res­sato a uti­liz­zarlo per il tele­ri­scal­da­mento del vil­lag­gio di Muurla.

Tanta potenza con buona effi­cienza

 “Alla fine abbiamo scelto la pompa di calore Oilon Chil­lHeat P 150”, spiega Martti Kukkola, Diret­tore com­mer­ciale, per le pompe di calore e i refri­ge­ra­tori indu­striali presso Oilon. “È la dimen­sione giusta per questo sistema e rag­giunge tem­pe­ra­ture molto elevate. I due com­pres­sori della pompa di calore sono con­trol­lati da un inver­ter che garan­ti­sce un’ec­cel­lente effi­cienza e un inter­vallo di rego­la­zione della capacità molto ampio”.

Jukka Mälkönen (a sini­stra), Sakari Ruskojärvi e Martti Kukkola esa­mi­nano la pompa di calore Oilon e la sua rea­liz­za­zione.

 “Jackon dispone di molto calore di scarto a 50-60°C. Tut­ta­via, le tem­pe­ra­ture di pro­cesso richie­ste sono così elevate che non sarebbe pos­si­bile uti­liz­zare il calore residuo con una pompa di calore con­ven­zio­nale. Le pompe di calore con­ven­zio­nali hanno ren­di­menti del­l’or­dine di 50-60°C, che è solo il punto di par­tenza per i requi­siti qui richie­sti”.

Kukkola elogia ampia­mente la com­pe­tenza di Mälkönen e del suo staff, ad esempio nella rea­liz­za­zione di scam­bia­tori di calore a fascio tubiero critici. “Il cliente ha costruito il sistema da solo. Hanno una grande espe­rienza”.

Gli scam­bia­tori di calore a man­tello rea­liz­zati in proprio sono pro­dotti con elevata professionalità.

La pompa di calore Chil­lHeat P150 con­se­gnata a Jackon ha una potenza termica nomi­nale totale di 372 kW e un COP (coef­fi­ciente di pre­sta­zione) di 3,2, nono­stante produca acqua a quasi 100°C.

Il refri­ge­rante della pompa di calore (o mezzo di tra­sfe­ri­mento del calore) è R1234ze. Si tratta di un refri­ge­rante di nuova gene­ra­zione che, insieme alla pompa di calore della Serie P, è in grado di pro­durre una tem­pe­ra­tura di 100°C. La sostanza ha un poten­ziale di riscal­da­mento globale (GWP) molto basso, infe­riore a 1. Il refri­ge­rante è clas­si­fi­cato A2L, cioè non tossico ma leg­ger­mente infiam­ma­bile. Per questo motivo, la pompa di calore è com­ple­ta­mente chiusa e dotata di un sensore di perdite di gas e di ven­ti­la­zione.

La pompa di calore è col­le­gata in remoto al sistema di con­trollo Oilon Global Monitor, che moni­tora le pre­sta­zioni del­l’ap­pa­rec­chia­tura, il tasso di uti­lizzo, la pro­du­zione di energia e segnala imme­dia­ta­mente qual­siasi ano­ma­lia di fun­zio­na­mento.

L’Oilon Global Monitor moni­tora a distanza l’in­tero fun­zio­na­mento della pompa di calore e i para­me­tri impo­stati, il che è molto utile soprat­tutto nelle appli­ca­zioni più impe­gna­tive. L’im­ma­gine mostra le infor­ma­zioni chiave quando il sistema passa dalla normale pro­du­zione nei giorni feriali alla modalità di riposo nel fine set­ti­mana durante la notte tra venerdì e sabato.

Pac­chetto acces­si­bile e fun­zio­nale

 “La pompa di calore è entrata in fun­zione all’i­ni­zio del 2019 e ora abbiamo 11 mesi di sta­ti­sti­che sul suo fun­zio­na­mento”, con­ti­nua Mälkönen nel­l’in­ter­vi­sta con­dotta nel gennaio 2020. “Durante questo periodo, la pompa di calore ha pro­dotto 413MWh di calore e ha anche ridotto in modo signi­fi­ca­tivo l’im­pronta di car­bo­nio della pro­du­zione. Si sarebbe potuto pro­durre molto di più, ma non avevamo un posto dove uti­liz­zarlo. L’anno scorso i forni per il trat­ta­mento termico erano sot­tou­ti­liz­zati, ma que­st’anno saranno tutti e quattro pie­na­mente ope­ra­tivi. D’altra parte, il riscal­da­mento del­l’im­mo­bile è stato col­le­gato all’im­pianto solo in pri­ma­vera”.

“Il punto di forza di Oilon è che sanno fare i calcoli, quindi abbiamo otte­nuto una solu­zione esat­ta­mente dimen­sio­nata e, d’altra parte, si occu­pano anche della manu­ten­zione della mac­china. Inoltre, la nostra espe­rienza nel­l’im­ple­men­ta­zione ha reso pos­si­bile l’in­stal­la­zione del sistema a un costo rela­ti­va­mente basso. La pompa di calore ha rap­pre­sen­tato un po’ meno della metà del­l’in­ve­sti­mento totale e abbiamo anche rice­vuto un soste­gno agli inve­sti­menti per il nostro pro­getto. Il periodo di ammor­ta­mento sarà molto ragio­ne­vole”.

“I rischi del pro­getto erano elevati quando abbiamo ini­ziato ad appli­care questa nuova tec­no­lo­gia per un nuovo scopo. Tut­ta­via, tutto è andato come spe­ra­vamo e non ci sono stati pro­blemi con la pompa di calore durante l’anno. Tutto ha fun­zio­nato alla per­fe­zione. Sono felice”.

Jukka Mälkönen è sod­di­sfatto perché la pompa di calore Oilon fun­ziona ormai da un anno senza pro­blemi.